domenica 29 maggio 2011

Unità di misura romane

La necessità di misurare le distanze, i pesi, il tempo, la quantità dei liquidi e dei solidi è, fin dalla più remota antichità, un'esigenza tipica delle società organizzate. Possedere un appezzamento di terreno, accumulare i raccolti, barattare e commerciare, concedere prestiti o usufruirne, esigere il pagamento delle tasse, programmare un viaggio o una campagna militare, pianificare la costruzione di un edificio o di una intera città sono attività che implicano la capacità di comparare e quindi di misurare.
I più antichi sistemi di misurazione traevano le loro unità da elementi naturali (come chicchi di grano e di cereali in genere per la misura dei pesi) o umani (come piedi, pollici, cubiti, braccia per le misure lineari), questi ultimi ancora oggi riscontrabili nel sistema di misura anglosassone.
Se inizialmente ciascuna comunità disponeva di unità di misura proprie, la diffusione dei commerci impose una razionalizzazione della materia, la costituzione di tavole comparative delle misure adottate da popolazioni diverse e, ancora successivamente, il controllo da parte delle autorità per evitare frodi e raggiri.
Per quanto riguarda le unità di misura romane, le stesse fonti latine dichiarano uno stretto legame con il sistema greco di misurazione, a sua volta derivato dalle civiltà orientali, anche se il contatto con le diverse popolazioni sottomesse portò i Romani a conoscenza di molti altri diversi sistemi che vennero rielaborati e razionalizzati. Nonostante la varietà dei ritrovamenti archeologici e delle fonti, la complessità della materia rende difficile una interpretazione precisa e vari sono i punti ancora densi di interrogativi.

  
La misura del tempo
La misura dello spazio
Le operazioni di pesatura

Protagonisti

Carlo Magno  (742-814)
Galileo Galilei (1564-1642)
Isaac Newton  (1642-1727)
Joseph Louis de Lagrange  (1736-1813)
Pierre Simon de Laplace  (1749-1827)
Carl Friedrich Gauss (1777-1855)
Michael Faraday  (1791-1867)
Max Planck (1858-1947)
Heinrich Rudolf Hertz  (1857-1894)

martedì 10 maggio 2011

Unità di misura della lunghezza nel mondo egizio

La necessità di tracciare i confini dei terreni alluvionati dalle piene del Nilo portò gli egiziani ad inventare un’unità di misura lineare, la prima fu il cubito unità determinata dalla distanza tra la punta del gomito e il dito medio della mano. Il cubito era suddiviso nella spanna, che era la distanza tra il pollice e i mignolo di una mano distesa, nella misura del piede, del palmo e del dito. Durante la III dinastia egizia entrò in uso il cubito reale corrispondente a 0,525 metri circa, era costituito da un’asticella solitamente di legno o pietra con sopra incise le frazioni di misura come la lunghezza del dito, del palmo, della spanna, del piede e del braccio .. più semplicemente il cubito reale era diviso in 28 parti uguali alla misura di un dito, ad esempio il palmo della mano corrispondeva a 12 dita, la mano a 8 dita, il piede a 16 dita, il braccio a 20 dita ed il dito era diviso a sua volta in 16 parti che avevano una misura che andava dai 18 mm a 1,125 millimetri nella parte più piccola.





Unità di misura nell'informatica

I calcolatori moderni utilizzano, per la memorizzazione dei dati, i famosi HardDisk che altro non sono se non dei dischi magnetici impilati in grado di memorizzare i nostri dati cambiando il loro stato magnetico fra due stati diversi possibili. Questi due stati magnetici possono rappresentare i valori 0 e 1, di conseguenza un sistema di codifica dei dati di questo genere è detto binario e lo si può considerare la base dell'elaborazione automatica dell'informazione.
Ogni parte del nostro HardDisk, che assume un valore binario, viene indicato con il termine bit, da binary digit (cifra binaria), dunque come le cifre decimali sono alla base della nostra rappresentazione abituale dei numeri, così i bit sono l'unità elementare dell'informazione dei calcolatori.
A una successione di 8 bit, che combinati assieme nelle varie configurazioni di 0 e 1 possono dare 28=256 dati differenti, si da il nome di byte e di questo byte si considerano i multipli, cioè i tanto famosi kilobyte, megabyte, gigabyte, terabyte ecc. che usualmente vengono rappresentati dalle sigle KByte, MByte,GByte, TByte ecc. o più semplicemente KB, MB, GB, TB ecc. Solitamente i prefissi kilo, mega, giga, tera ecc. sono associati rispettivamente a potenze crescenti di 10, cioè 103,106,109,1012 ecc. ma nel caso binario questi multipli sono definiti in termini di potenze di 2, cercando di approssimarli ai valori comunemente utilizzati da tutti. Nella seguente tabella farò un breve riassunto delle unità di misura sperando che possa risultare utile e/o interessante per alcuni di voi:
  

Multiplo Sigla Valore
bit bit 21=2
byte Byte 28=256 (bit)
kilobyte KB 210=1024 (byte)
megabyte MB 220=1048576 (byte)
gigabyte GB 230 (byte)
terabyte TB 240 (byte)